Si è svolta ieri sulla pagina Instagram di Connect4Climate la prima della serie di dirette organizzate per approfondire le principali tematiche oggetto dell’evento Youth4Climate: Driving Ambition, che si terrà a Milano dal 28 al 30 settembre.
Focus del live di ieri su Instagram, dal titolo “Non-State actors’ engagement“, sono state le tematiche di sostenibilità connesse ai tre diversi settori di alimentazione, sport e arte, con specifico riferimento all’importanza svolta in questi campi dagli attori non statali.
Ospiti speciali sono stati:
Sara Roversi, fondatrice e direttrice del Future Food Institute;
Max Bartoli, regista e produttore, consulente del gruppo World Bank e co-fondatore della Fireball Extreme Challenge Federation, il nuovo sport, misto e inclusivo che garantisce il 100% di uguaglianza sul campo;
Nathan Metenier: fondatore e coordinatore di Generation Climate Europe, portavoce di Youth and Environment Europe e membro del Youth Advisory Group delle Nazioni Unite.

Il cambiamento climatico nel cibo, nello sport e nell’arte
Per quanto riguarda il settore alimentare, Sara Roversi evidenzia come il discorso sul cibo abbia ormai un ruolo di primo piano nei dibattiti riguardanti lo sviluppo sostenibile, la biodiversità e l’emergenza climatica.
E infatti, proprio ieri a Roma si è tenuto il primo incontro del Pre-Vertice delle Nazioni Unite sulla trasformazione dei Sistemi Alimentari, in cui anche il papa è intervenuto per sollevare l’attenzione sulla necessità di un nuovo approccio da intraprendere nell’industria alimentare, che garantisca al contempo il rispetto della dignità dell’ambiente e della persona: “Se vogliamo garantire il diritto fondamentale a un tenore di vita adeguato e adempiere ai nostri impegni per raggiungere l’obiettivo Fame Zero, non basta produrre cibo. Ci vuole una nuova mentalità e un nuovo approccio olistico per progettare sistemi alimentari che tutelino la Terra e mantengano al centro la dignità della persona umana; che garantiscano cibo sufficiente a livello globale e promuovono il lavoro dignitoso a livello locale; e che nutrono il mondo oggi, senza compromettere il futuro. É essenziale recuperare la centralità del settore rurale”.
Mentre il papa pone l’accento sugli sforzi del sistema, Sara ci ricorda che quello alimentare è un ambito nel quale sia i produttori che i consumatori hanno un vasto campo d’azione, sul quale tutti possiamo intervenire per fare la differenza.
Meno discusso, ma altrettanto degno di attenzione, l’impatto sull’ambiente nel settore dello sport. A proposito di quest’ultimo, Max Bartoli sottolinea quanto sia importante ispirare e sensibilizzare i fan, specie in questo periodo in cui tutti seguono con grande attenzione le Olimpiadi di Tokyo.
Infatti, il cambiamento climatico non sta risparmiando nemmeno il modo in cui pratichiamo lo sport. “Prova a correre quando fuori ci sono 35 gradi”, commenta Bartoli, che invita ogni atleta a intervenire nel suo piccolo per cambiare le proprie abitudini, e condivide qualche semplice, ma importante accorgimento adottabile da ciascuno.
É inevitabile che chi pratica sport consumi molti liquidi, quindi un’importante abitudine potrebbe essere quella di bere dalle borracce o da bottiglie di plastica sì, ma riutilizzabili, che per di più mantengono l’acqua a una temperatura migliore.
Un ulteriore consiglio è quello di raggiungere direttamente i proprietari delle proprie palestre di riferimento, per proporre loro di attuare politiche più sostenibili nelle loro strutture. Si potrebbe, per esempio, porre l’obbligo di pulizia dopo le sessioni di training, organizzare la raccolta di plastica destinata al riciclo o delle maratone di sensibilizzazione.
Nathan Metenier, invece, sposta l’accento sulla necessità di trovare delle politiche sostenibili per il mondo dell’arte e del fast fashion. É necessario rallentare i ritmi di produzione, ideare prodotti di maggiore qualità che abbiano cicli di vita più lunghi.
É risaputo, però, che è la domanda a definire l’offerta, quindi è fondamentale che i consumatori cambino mentalità, optando per capi più costosi, ma più duraturi.
Metenier evidenzia poi come il mondo dell’arte stia già compiendo dei passi verso la de-carbonizzazione e di quanto sia necessario compiere altri sforzi in questa direzione. Interessante, inoltre, la riflessione che fa sull’arte vista come mezzo di sensibilizzazione fondamentale, che potrebbe dare una scossa alle coscienze di tutti.

Sara Roversi, presidente del Future Food Institute a Pollica, insieme al gruppo dei Climate Shaper

Il ruolo dei giovani e dell’educazione
Tutti e tre gli ospiti concordano nell’esaltare la buona disposizione d’animo dei giovani verso le tematiche ambientali e il ruolo da protagonista che l’educazione può e deve giocare in tale direzione.
Parlando di giovani, Sara Roversi si illumina e li definisce “i veri motori del cambiamento”, coloro che troveranno delle nuove soluzioni in grado di combinare innovazione e sostenibilità. In particolare, riferendosi ad alcuni dei giovanissimi con cui ha a che fare nelle sue attività, parla di come spesso siano proprio loro a cambiare le abitudini alimentari dei loro familiari, inducendoli ad un consumo più cosciente e attento all’ambiente.
Sara Roversi sottolinea poi l’importanza di portare il tema dell’alimentazione direttamente tra i banchi di scuola. Il cibo non è semplice sostentamento, ma è connesso all’identità culturale, allo sfruttamento delle risorse e a ogni altro settore. “Si può parlare di cibo parlando di tutto, di qualsiasi materia, dalla geografia, alla storia, alla matematica. Bisognerebbe formare gli insegnanti, affinché possano integrare le tematiche alimentari nei loro programmi”.
Ma altrettanto necessario è educare al pensiero, alla riflessione, al fine di formare dei consumatori coscienziosi, che di fronte a un prodotto venduto come sostenibile, per esempio un hamburger di proteine vegetali, si domandino dove è stato prodotto e se è in fondo così sostenibile acquistare un bene che per arrivare nel nostro piatto ha dovuto attraversare mezzo mondo, come succede spesso nel caso dell’avocado.
La necessità di uno sforzo sistemico, di ripensamento dell’assetto educativo, viene sottolineato anche da Nathan Metenier, che fa riferimento ai 400 giovani che si riuniranno a Milano, determinati a far valere le proprie idee in occasione dell’evento “Youth4Climate: Driving Ambition”. Per rendere dibattiti di questo genere più costruttivi possibile, è necessario avere una formazione che permetta di dare un indirizzo concreto alle proposte.
Un altro “campo” educativo sul quale si potrebbe fare una significativa differenza è proprio quello da gioco. Bartoli illustra la positività dello sport e l’interconnessione di questo settore con altri temi ambientali e sociali: alimentazione, fast fashion e uguaglianza di genere.
Per quanto riguarda l’alimentazione, Bartoli riflette sul fatto che chiunque pratichi sport a un buon livello, cominci a mangiare bene e a diventare cosciente del cibo che ingerisce. Ma anche sul tema del fast fashion gli sportivi potrebbero fare meglio: l’80% delle divise adottate nelle competizioni viene usata una volta e poi buttata via. In aggiunta, le divise non sono quasi mai in cotone, ma per produrle vengono impiegate enormi quantità di poliestere e moltissima energia per le stampe.
Quindi, secondo Bartoli, azioni educative concrete in questa direzione potrebbero essere quelle di insegnare come il consumo di cibo sostenibile migliori le performance sportive e di spingere a riciclare le divise impiegate nelle competizioni, destinandole alla donazione.
Da non sottovalutare, infine, la potenzialità educativa dello sport in ambito sociale. “Sport is a great equalizer”, continua Bartoli, che spiega come di fronte al cambiamento climatico, così come sul campo, siamo tutti uguali e che praticare uno sport, sia individuale che non, raffina lo spirito di squadra e il senso di rispetto verso gli altri.
Infine, la diretta, che come recita lo stesso titolo era incentrata sul coinvolgimento di attori non statali nella sfida imposta dal cambiamento climatico, si è conclusa con delle call to action concrete rivolte a tutti noi.
Max Bartoli ci invita a dare l’esempio nella vita di tutti i giorni, prendendo delle semplici iniziative, come la pulizia di parchi o di spiagge, magari coinvolgendo anche i nostri cari nell’impresa.
Nathan Metenier, invece, invita tutti i giovani a partecipare attivamente all’evento “Youth4Climate: Driving Ambition”, seguendone gli sviluppi, ma anche inviando le proprie idee e le proprie proposte. Nessuno si senta escluso, protagonisti dell’evento non saranno solo i 400 delegati che raggiungeranno Milano il 28 settembre: siamo tutti protagonisti del discorso sul clima.

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