A volte per apprezzare ciò che si ha bisogna allontanarsi e guardarlo da lontano, da un’altra prospettiva. Lo sa bene Jeff Bezos, fondatore e presidente di Amazon, che proprio nel giorno del 52esimo anniversario dell’allunaggio dell’Apollo 11, è tornato dal suo viaggio nello spazio preoccupato per la salvaguardia del Pianeta.
Il lancio, avvenuto tramite il razzo New Shepard progettato dalla Blue Origin, l’azienda spaziale privata di Bezos, e partito dal sud-est di El Paso, nel Texas occidentale, si inscrive nell’ambito del neonato turismo spaziale, inaugurato proprio qualche giorno fa dal miliardario Richard Branson.
Insoliti compagni di viaggio, oltre al fratello Mark, sono stati il 18enne Oliver Daemen e l’ex pilota 82enne Wally Funk, divenuti rispettivamente la persona più giovane e la più anziana mai andate nello spazio.
Bezos ha abbracciato completamente l’animo da turista, scendendo dal razzo così come si scenderebbe da un aereo di ritorno da una vacanza, con tanto di cappello da cowboy.
Alla giornalista che subito dopo il suo ritorno gli chiede di condividere le impressioni della sua esperienza in orbita, risponde come folgorato da una visione, una verità rivelata: “Viviamo su un bellissimo Pianeta. È incredibile quanto sia sottile l’atmosfera quando la vedi dallo spazio. Noi ci viviamo dentro e ci sembra gigantesca e trascurabile. Ma quando vai lassù vedi quanto è piccola e fragile.”
Bezos parla poi della necessità di preservare la bellezza del Pianeta, paragonata a una gemma preziosa da proteggere: “C’è soltanto un Pianeta, lo condividiamo ed è fragile.”

Le nuove consapevolezze del magnate di Amazon sembrerebbero una notizia capace di infondere fiducia, considerando che provengono dal fondatore dell’azienda leader globale del commercio elettronico, che potrebbe davvero fare la differenza con l’adozione di politiche più sostenibili. Invece, il miliardario torna con la consapevolezza giusta e la soluzione sbagliata.
Infatti, in un’intervista rilasciata alla CBS rivela: “Sembrerà strano quello che sto per dire, ma prima o poi dovrà accadere: possiamo prendere tutta l’industria pesante, tutta l’industria inquinante, e spostarle nello spazio”.
In realtà per preservare il Pianeta bisognerebbe attuare delle soluzioni terrestri, come cambiare il sistema di consumi e di produzione, adottare delle strategie politiche e commerciali comuni, sensibilizzare tutti ai temi dell’emergenza climatica, piuttosto che trasformare lo spazio nella discarica del nostro Pianeta (cosa che peraltro è già, stando a molteplici dichiarazioni dell’ESA). E, chissà, forse un’altra soluzione sensata potrebbe essere proprio quella di evitare qualche viaggetto turistico nello spazio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *